In questa guida spieghiamo quali sono gli stili nel nuoto.
STILE LIBERO
Risulta essere lo stile più conosciuto e usato nel nuoto, derivazione del crawl. Non pone restrizioni sul tipo di azione che possono intraprendere i nuotatori. Nella maggioranza delle gare si nuota usando proprio il crawl che è lo stile più veloce, effettuato in posizione orizzontale, con il viso rivolto verso il basso, spingendo le braccia avanti e indietro alternativamente, per dare una sufficiente spinta all’avanzamento del busto. Il movimento è accompagnato dalla propulsione continua degli arti inferiori che battono dall’alto verso il basso alternativamente, senza restrizioni di simmetria e con un ritmo costante. Nella sequenza rappresentata qui sotto si osservano i movimenti principali dello stile, con il braccio che entra in acqua (fig. 1), la mano che scende dalla testa verso il busto (fig. 2), e quindi si allinea al fianco (fig. 3), arriva all’altezza della coscia e riprende l’azione (fig. 4 e 5).
RANA
Dei quattro stili, la rana è il più difficile (e il più lento), quello che richiede la maggiore applicazione, una tecnica raffinata e non un eccesso di potenza. Lo praticano i veri talenti della piscina. La rana è lo stile dal quale si è evoluta la farfalla e impone, come ulteriore restrizione, che le mani del nuotatore siano spinte in avanti dal petto e, durante il movimento, non superino mai la linea dei fianchi, con l’eccezione della prima bracciata subacquea dopo partenza e virata. I gomiti devono rimanere sott’acqua e la testa, in ogni ciclo di bracciata, deve “rompere” l’acqua con una parte qualsiasi. Si parte con la spinta (fig. 1), poi le braccia si flettono subito all’altezza delle spalle e le gambe si preparano a calciare (fig. 2). Inizia il recupero delle gambe e le braccia si portano in avanti (fig. 3) sino a che il corpo è ben disteso in acqua (fig. 4). Infine prima della virata le braccia e le gambe sono estese (fig. 5).
DELFINO E FARFALLA
In questo stile (variante della rana, accettata come stile distinto nel 1952) si chiede di mantenere un movimento simultaneo con simmetria bilaterale (la metà sinistra del corpo compie gli stessi movimenti della destra contemporaneamente). In passato le gambe venivano raggruppate e scalciate indietro come nella rana. In seguito, fu introdotto un colpo di gambe dall’alto verso il basso. L’innovazione è stata impiegata su vasta scala al punto che la nuotata farfalla è stata ribattezzata “delfino”, oggi la tecnica più usata. Oggi “farfalla” e “delfino” sono sinonimi anche se nell’agonismo si ricorre di più al termine farfalla.
Si comincia con la fase di spinta (fig. 1) portando le braccia verso l’altro, si prosegue muovendo le gambe verso l’alto (fig. 2), quindi la braccia entrano in acqua in contemporanea (fig. 3), si aprono verso i lati e si dirigono all’indietro (fig. 4), prima della fase di recupero con l’uscita dall’acqua (fig. 5) e della virata.
DORSO
Il dorso è uno stile atipico perché, al contrario degli altri tre, si nuota a testa e busto in su rispetto all’acqua e la partenza avviene direttamente dentro la vasca. Non pone restrizioni di simmetria del corpo ma i nuotatori devono stare girati sulla schiena per tutto il tempo della gara, esclusa la fase della virata. È permesso il movimento di rollio delle spalle a patto che non raggiungano un’ampiezza di 90°. Siamo in presenza di un crawl all’inverso: gli atleti muovono le braccia sopra le spalle, alternativamente, fuori e dentro l’acqua per fornire la necessaria propulsione, mentre i piedi battono senza interruzione.
L’entrata in acqua avviene con il braccio del nuotatore in estensione dal lato della testa (fig. 1), lo stesso braccio cerca profondità in acqua (fig. 2), quindi si flette, la mano va all’indietro e sale verso l’alto (fig. 3), mentre per il recupero mano e braccio escono dall’acqua e si dirigono all’indietro (fig. 4 e fig. 5).
LE DIFFERENZE
Vediamo ora i quattro stili sotto un altro profilo: quello delle differenze, che si possono riassumere nei seguenti punti.
Simmetria. Crawl e dorso sono stili asimmetrici con gambe e braccia che compiono il medesimo movimento ma in tempi differenti. Delfino e rana sono stili simmetrici perché i movimenti di arti inferiori e superiori sono identici e avvengono nello stesso istante.
Posizione del corpo. Nel dorso, a differenza degli altri stili, si nuota a pancia in su.
Movimento del corpo. Nel crawl e nel dorso si ha un rollio, nella rana e nel delfino un beccheggio.
Respirazione. È diversa in ogni stile: nel crawl si esegue lateralmente con la rotazione del capo; nel dorso la testa è ferma e a contatto con l’aria; nella rana è frontale; nel delfino è frontale con una flesso-estensione del capo.
Movimento delle gambe. Nel crawl e nel dorso si muovono in alternanza, nel delfino si ha una battuta simultanea degli arti inferiori, nella rana invece una flessione e una frustata simultanea degli arti inferiori. Per l’allenamento vengono impiegate anche le tavolette da nuoto.
Movimento degli arti superiori. Nella rana il recupero avviene solo in acqua, negli altri tre stili la traiettoria subacquea è più o meno ampia. Nel delfino e nel crawl il recupero è aereo con arto flesso, nella rana con arto teso. Per migliorare la tecnica, spesso vengono utilizzate le palette da nuoto.
Propulsione. Nella rana è per circa metà a carico degli arti superiori e per l’altra metà a carico degli inferiori; negli altri stili invece quasi del tutto a carico degli arti superiori.
Posizione dei piedi. A rana il piede deve essere tenuto prevalentemente a martello, negli altri stili deve stare sempre in estensione.
Ritmo di respirazione. Nella rana e nel delfino si ha una respirazione a ogni bracciata, nel crawl una ogni 2-3 bracciate e nel dorso l’espirazione è su una bracciata e l’inspirazione su un’altra.
Rapporto del movimento tra arti inferiori e superiori. Nel crawl e nel dorso si hanno sei gambate ogni due bracciate, nella rana si avanza con una gambata ogni bracciata e nel delfino il rapporto è di due gambate ogni bracciata.