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Come Nuotare con le Pinne

Aggiornato il 31 Gennaio 2025 da Federico Bianchi

Indice

  • 1 Perché allenarsi con le pinne
  • 2 Precauzioni fondamentali
  • 3 Come scegliere le pinne giuste
  • 4 Proposte di allenamento con le pinne
  • 5 Altri consigli utili
  • 6 Conclusioni

Hai mai provato la sensazione di scivolare in acqua con una velocità tutta nuova, come se il corpo fosse leggero e potenziato al tempo stesso? Ecco, quello è il vantaggio offerto dalle pinne da nuoto. Non si tratta solo di sfrecciare in vasca e completare le vasche con un sorriso di soddisfazione. Indossare le pinne è un modo eccellente di potenziare la tecnica, rafforzare le gambe e persino migliorare la flessibilità delle caviglie. E, perché no, di divertirsi ogni tanto spezzando la monotonia. In questa guida scopriremo come e perché integrare le pinne nei tuoi allenamenti, quali modelli scegliere e a cosa stare attenti per non cadere vittima di vesciche indesiderate o di una dipendenza esagerata.

Perché allenarsi con le pinne

Diciamocelo: poter coprire una vasca in meno di un lampo ci regala una bella sensazione. Ed è uno dei motivi per cui le pinne sono l’accessorio più diffuso a bordo vasca, subito dopo occhialini e cuffie. Ma c’è molto più di questo. Aggiungere le pinne negli allenamenti aiuta a:

-Migliorare la tecnica di gambata
Sei di quelli che spingono di braccia e quasi “dimenticano” le gambe? Oppure non sai se la tua gambata sia davvero efficiente? Le pinne creano più resistenza nel movimento del piede, costringendoti a percepire con chiarezza come e quanto stai battendo le gambe. Noterai presto se hai bisogno di distendere di più le caviglie o se, al contrario, devi fare movimenti più brevi e frequenti.

-Aumentare la forza
Pensaci: quando batti le gambe con le pinne, stai mobilitando i principali muscoli di cosce, glutei, posteriori della coscia e polpacci. Quell’extra di spinta fa sì che le tue gambe si rinforzino, regalandoti più potenza anche quando nuoterai senza pinne.

-Migliorare la flessibilità della caviglia
Numerosi studi mostrano che una buona flessione plantare può fare la differenza nei tempi in vasca. Le pinne “forzano” la caviglia a muoversi con un raggio più ampio, esercitando quel tipo di flessibilità che si traduce in una battuta di gambe più efficiente.

-Correggere la posizione del corpo
Con le pinne ai piedi, navighi più veloce e più in superficie. Questo ti abitua a una postura più idrodinamica: minore attrito e quindi più fluidità. Con il tempo, cercherai spontaneamente di replicare quella sensazione anche senza le pinne, e questo incide positivamente sulla tua tecnica di bracciata.

-Alleggerire il carico sulle spalle
Non dimentichiamo l’importanza di dare un po’ di respiro alle spalle, un’articolazione spesso messa a dura prova da lunghi allenamenti. Se inserisci sessioni con le pinne, una parte della propulsione si sposta sui piedi, consentendo alle spalle di “respirare” meglio. È un’ottima strategia se combini queste vasche con esercizi a secco mirati alla prevenzione degli infortuni.

-Ravvivare la motivazione
Diciamolo chiaramente: nuotare con le pinne è divertente! La noia di ripetere sempre gli stessi set scompare quando ti trovi a sfrecciare con un’energia nuova. È quel pizzico di varietà che ridona passione agli allenamenti.

Precauzioni fondamentali

Per quanto le pinne siano un fantastico alleato, non tutto è rose e fiori. Ci sono due aspetti a cui prestare attenzione:

Dipendenza dalle pinne
È vero che riescono a farti nuotare più veloce e con meno fatica (soprattutto di braccia), ma occhio a non abusarne. Dopotutto, nelle competizioni non sono consentite, e se ti abitui troppo a usarle, rischi di perdere confidenza con la gambata “a piede nudo.” O la bracciata potrebbe diventare imprecisa, con un minor contributo della parte superiore del corpo. Il consiglio è di inserirle in modo mirato, ad esempio un paio di volte a settimana, facendo specifici esercizi di tecnica o di potenziamento.

Vesciche e fastidi sui piedi
Le pinne, specialmente se sono nuove o se non sei abituato, possono irritare la pelle e provocare piccole vesciche. Succede spesso sul dorso del piede o nel punto di contatto con il tallone. È un disagio temporaneo, che di solito si affievolisce man mano che ci si abitua. Tuttavia, se succede di frequente, valuta due soluzioni:

-Prendere un paio di pinne più morbide e confortevoli, progettate proprio per minimizzare lo sfregamento.

-Fare una pausa dall’allenamento con le pinne, giusto il tempo di guarire e di prevenire infezioni.

Come scegliere le pinne giuste

Se apri un catalogo di attrezzature da nuoto, potresti restare un po’ spaesato: esistono pinne di diverse lunghezze, con pala rigida o morbida, tallone chiuso o aperto. Quale preferire?

Pinne corte o pinne lunghe

Le pinne da allenamento in piscina sono generalmente corte, di lunghezza più contenuta rispetto a quelle utilizzate per snorkeling o immersioni. Il motivo è che una pinna lunga costringe a un’ampiezza di battuta molto ampia, utile in acque libere, ma meno adatta a uno stile libero di piscina, dove serve rapidità e frequenza alta. Invece, le pinne corte permettono movimenti più veloci, adatti alle esigenze di chi nuota in corsia.

Dentro la categoria “corte,” comunque, c’è una leggera differenza: alcune sono davvero mini (specie per i velocisti che vogliono una gambata rapida), altre hanno una pala un po’ più lunga, preferite da chi fa fondo o triathlon. Se non sei un velocista accanito, puoi scegliere una mezza misura: non estremamente corta, non troppo lunga. Provala in acqua per capire se ti trovi bene.

Rigidità della pala

Più una pinna è rigida, più genererà resistenza (e quindi richiederà sforzo fisico). Se il tuo obiettivo è rafforzare le gambe, potresti puntare su una pala più dura. Se invece preferisci lavorare su velocità e frequenza, meglio una pinna più morbida. Difficile dire quale sia “meglio” in senso assoluto: dipende davvero da cosa cerchi.

Tallone aperto o chiuso

Le pinne da piscina tradizionalmente hanno il tallone chiuso, offrendo una sensazione di maggiore stabilità. Oggi però molte marche producono modelli a tallone aperto, con un design che lascia esposta la parte posteriore e migliora la libertà di movimento della caviglia. Queste ultime possono essere una manna se vuoi stimolare la flessibilità, e se il tuo piede si adatta bene a quella forma. Non esiste una regola universale: l’ideale sarebbe provare entrambe le versioni per vedere quale calza meglio.

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Proposte di allenamento con le pinne

Ora che sai come scegliere le pinne e i motivi per cui usarle, vediamo alcuni esempi di allenamento da inserire nelle tue sessioni. Mi raccomando: riscaldamento e defaticamento sono sempre fondamentali, quindi concediti almeno 200-300 metri di nuoto sciolto prima e dopo.

Forza nelle gambe – Serie brevi e potenti

Se il tuo obiettivo è puntare sulla forza, puoi montare pinne dalla pala rigida (come le arena Powerfin, per esempio). Ecco un set tipo:

-Dopo il riscaldamento (4 x 100 metri gambe con tavoletta e recupero 20 secondi), prova 2 serie di 8 x 25 metri stile libero “forte”, con le pinne.

-Recupera 30 secondi tra i 25 metri, per rimanere esplosivo.

-Una serie la fai con palette alle mani, l’altra con pugni chiusi (che obbliga a lavorare di più con le gambe).

-Tra una serie e l’altra, fai 200 metri sciolti.

L’obiettivo è sentire davvero le cosce e i glutei in azione, evitando però di piegare troppo il ginocchio. Concentrati sulla gambata estesa e potente, innescando i muscoli posteriori della coscia e dei glutei.

Flessibilità della caviglia – Gambata delfino

Se il tuo punto debole è la caviglia rigida, puoi adoperare pinne con tallone aperto (magari le Powerfin Pro II di arena) per lasciare più spazio al movimento. Prova questa serie:

-Dopo un riscaldamento di 4 x 100 metri gambe con tavoletta (recupero 20 secondi), fai 8 x 25 metri gambe delfino in immersione (subacquee), riposando 60 secondi tra i 25.

-Concentrati sulla fluidità: sentire la gambata sia verso l’alto che verso il basso, senza movimenti di braccia o di busto.

-Al termine, nuota 200 metri sciolti e concludi con 3 serie di 20-30 secondi di gambe delfino in verticale, tenendo le braccia appena fuori dall’acqua.

Quest’esercizio ti aiuta a sviluppare mobilità e potenza, percependo con precisione l’ampiezza della caviglia.

Per migliorare la bracciata e la posizione del corpo

In questo caso, l’idea è ridurre il carico sulle spalle e focalizzarsi su un allineamento perfetto. Prova:

-Indossa pinne a pala corta (come le Powerfin Pro II).

-Nuota 200-300 metri alternando un lato e l’altro del corpo. In pratica, ti posizioni sul fianco con il braccio anteriore disteso e l’altro lungo il corpo. Batti le gambe per 6 colpi, poi fai una bracciata a stile libero per ruotare sull’altro fianco.

-Mantieni la gambata costante, cercando di tenere il corpo allineato e la testa rilassata. Sii consapevole di come le pinne ti aiutino a stare alto in acqua.

-Se preferisci, puoi spezzettare questo esercizio in 4-6 x 50 metri, con 20 secondi di recupero tra le ripetizioni.

Qui, la velocità extra ti permette di “rilassare” la mente sulla spinta, così da concentrarti sui dettagli della bracciata e della postura.

Altri consigli utili

Abituarsi gradualmente: Non lanciarti subito in interminabili serie di 500 metri a pinne. Rischi sovraccarichi a piedi e caviglie, o tensioni eccessive su quadricipiti e adduttori.

Alterna con nuoto senza pinne: In un solo allenamento, fare un blocco con pinne e un blocco senza, così da trasferire le sensazioni di spinta e la postura corretta anche alla nuotata naturale.

Occhio alla frequenza: Se usi le pinne due o tre volte a settimana può bastare, variando ogni volta l’enfasi (forza, flessibilità, tecnica). Evita di diventare “dipendente.”

Prova i calzari: Se proprio le vesciche non ti danno tregua, in commercio esistono calzini sottili in neoprene o tessuto tecnico da indossare sotto le pinne, riducendo lo sfregamento sul piede.

Cambia modello se necessario: Ogni piede è fatto a modo suo. Se un modello ti crea problemi, non esitare a cercarne un altro con una calzata diversa o un’altra rigidità della pala.

Conclusioni

Le pinne rappresentano uno dei modi più intriganti per rendere vario ed efficace il nuoto in piscina. Ti permettono di focalizzarti su aspetti tecnici fondamentali (dalla gambata alla postura) e offrono il vantaggio di un allenamento di forza e flessibilità per gambe e caviglie. Ma, come sempre, è questione di moderazione e di obiettivi chiari: usale per integrare, non per sostituire completamente la nuotata a piede nudo.

Ricorda di rispettare i segnali del tuo corpo e di goderti il piacere di sfrecciare in acqua a una velocità mai provata. L’entusiasmo che ne deriva può ravvivare il tuo amore per il nuoto, aiutandoti a mantenere la motivazione alta. Alla fine, il nuoto è passione, e le pinne sono lì per ricordarcelo: ci regalano un piccolo tocco di “magia” subacquea che può farci riscoprire tutta la bellezza di questo sport. Buone pinne a tutti

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Sono appassionato di nuoto, praticato anche agonisticamente. Su questo sito metto a disposizione le mie conoscenze sull'argomento per aiutare chi vuole migliore in questo sport.

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