Ti sei mai chiesto se quell’asciugamano che porti in piscina settimana dopo settimana risulti davvero pulito, anche quando sembra in buone condizioni a prima vista? È abbastanza comune trascurare la cura di questo accessorio, concentrandoci piuttosto su costumi, occhialini o cuffie. Eppure, l’asciugamano è in contatto con il cloro, con i residui di detergenti da doccia e con le tracce di sudore: ecco perché è fondamentale imparare a lavarlo bene e a disinfettarlo con metodo. Non si tratta di una scienza occulta. Bastano alcune attenzioni costanti e un minimo di consapevolezza per far durare più a lungo il tessuto, prevenirne i cattivi odori e ridurre il rischio di muffe o batteri indesiderati. Vediamo insieme come fare.
La prima cosa da ricordare è che, subito dopo l’allenamento in piscina, il tuo asciugamano è ancora umido di cloro e di tutto ciò che si è depositato mentre lo utilizzavi. Infilandolo in borsa, compresso insieme al resto dell’attrezzatura, si crea un ambiente caldo-umido che risulta ottimale per la proliferazione di germi. Il passo iniziale è prendere l’abitudine di tirarlo fuori non appena rientri a casa e di non lasciarlo raggomitolato per ore, o peggio per giorni. Se quella sera sei troppo stanco o hai poco tempo, mettilo almeno a stendere in un luogo ben ventilato, così da far evaporare l’umidità in eccesso. È una piccola regola che fa la differenza: un tessuto parzialmente asciutto è più facile da gestire anche nel lavaggio successivo.
Ultimo aggiornamento 2025-05-14 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Però, l’asciugatura da sola non basta a eliminare le tracce di cloro o di altri agenti chimici assorbiti durante la permanenza in piscina. Il secondo passaggio consiste nel vero e proprio lavaggio. Molti si chiedono quale sia la temperatura corretta: 40°C sono spesso sufficienti, soprattutto se si usa un detergente di buona qualità. Qualcuno preferisce salire a 60°C per una maggior sicurezza, ma non tutti gli asciugamani lo tollerano bene. Se il tessuto è di cotone resistente, con buone rifiniture, potrebbe reggere anche a temperature più alte. Se invece è un telo in microfibra, meglio non esagerare. Leggere l’etichetta aiuta a capire i limiti di ogni materiale.
Quando selezioni il detergente, puoi pensare a un prodotto dal potere igienizzante, magari arricchito con componenti disinfettanti. Non si tratta di esagerare con i prodotti chimici, ma di assicurarsi che la fibra venga pulita a fondo e che non rimangano residui maleodoranti. Alcuni aggiungono un goccio di candeggina delicata o di sbiancante a base di ossigeno attivo, specialmente se l’asciugamano è bianco. Bisogna però stare attenti a non rovinare i colori se il telo è stampato o con tinte brillanti. Un’idea è leggere le istruzioni sulla confezione: alcune linee di detersivi specificano la quantità ottimale e i cicli consigliati per i capi sportivi.
C’è anche chi predilige i disinfettanti ad ampio spettro, come un additivo antibatterico da versare direttamente in lavatrice. Spesso è un prodotto complementare al detersivo, formulato per uccidere funghi, batteri e spore. È un asso nella manica in caso di odori particolarmente resistenti: il tipico aroma “umido e clorato,” che ogni nuotatore conosce, viene gradualmente ridotto grazie a questi trattamenti. Non serve impiegarli a ogni lavaggio, ma possono dare una mano quando l’asciugamano inizia a puzzare nonostante temperature e detergenti adeguati.
Un altro aspetto da considerare è la centrifuga. Se la si imposta a un numero di giri elevato, l’asciugamano esce dalla lavatrice quasi asciutto, ma rischia di risultare irrigidito. Questo effetto è più evidente con certi tessuti di spugna. Una centrifuga un po’ più gentile, insieme all’utilizzo di un ammorbidente di buona qualità (o di un prodotto naturale come l’aceto bianco, se si preferisce qualcosa di più delicato), mantiene il telo più morbido e assorbente. Non esagerare con l’ammorbidente, però, perché un eccesso può ridurre la capacità del tessuto di assorbire l’acqua quando lo usi in piscina.
Dopo il lavaggio, arriva il momento dell’asciugatura vera e propria. In estate, l’ideale è stendere il telo all’aria aperta, magari in una zona ombreggiata, così da evitare che il sole diretto sbiadisca i colori o ne “cuocia” le fibre. Se vuoi velocizzare il tutto e hai un’asciugatrice, ricorda di impostarla su un programma delicato e di estrarre l’asciugamano quando è appena asciutto, senza prolungare il ciclo inutilmente. Un’esposizione eccessiva al calore dell’asciugatrice, soprattutto se impostata a temperatura alta, può far indurire la spugna o retrarre il materiale della microfibra. Qualche minuto in meno in macchina e un po’ di arieggiamento successivo sono il segreto per un tessuto più soffice.
Qualcuno si domanda se sia necessario stirare l’asciugamano. Di solito, non è affatto indispensabile. Le fibre della spugna, anzi, rischiano di venire schiacciate dal ferro, perdendo volume. L’unico caso in cui si possa valutare una stiratura leggera è se si vuole passare un colpo di vapore per igienizzare ulteriormente. Tuttavia, per la maggior parte dei teli da piscina, questa fase è superflua e persino controproducente. È preferibile lasciarli comodi e “fluffy,” pronti ad avvolgerti dopo l’allenamento.
Uno degli errori più comuni è quello di lasciare l’asciugamano nel borsone della piscina senza lavarlo per giorni. Può capitare che un giorno si abbia tempo di nuotare e poi, presi dagli impegni, si dimentichi di svuotare la borsa. A quel punto, la crescita di muffe e batteri accelera in modo esponenziale. E non basta un rapido risciacquo per risolvere. Piuttosto, conviene procedere con un ciclo di lavaggio approfondito, magari a una temperatura leggermente più alta (sempre entro i limiti consigliati sull’etichetta) e con un detersivo che abbia poteri igienizzanti. Se, dopo quest’operazione, le macchie o gli odori persistono, puoi provare a pretrattare le zone problematiche: si inumidisce il tessuto, si applica un po’ di sgrassatore delicato o di prodotto specifico, si lascia agire qualche minuto e poi si lava nuovamente in lavatrice. È un tentativo spesso efficace.
Ma come capire se l’asciugamano è davvero pulito e disinfettato? Ci sono alcuni segnali semplici: l’odore deve essere neutro o delicatamente profumato di pulito, senza tracce di “umidiccio.” Il tessuto deve apparire omogeneo, senza macchie giallastre o zone grigiastre. Passandoci il naso da vicino, non dovresti sentire nessuna punta di cloro o di muffa. Se vuoi essere davvero sicuro, dopo averlo lavato, puoi tamponarlo con un fazzoletto di carta bianco e vedere se rimangono aloni. Di solito, se il panno resta intonso, significa che non ci sono residui evidenti di sporco.
C’è anche un discorso di materiali da preferire. La spugna di cotone classica è morbida e assorbente, ma tende a ingombrare di più, ad asciugarsi più lentamente e può trattenere odori se non viene arieggiata bene. La microfibra, invece, è più leggera e si asciuga in un lampo, ma a volte non offre la stessa sensazione piacevole sulla pelle. Entrambi i tessuti hanno i loro pro e i loro contro, ma ciò che li accomuna è la necessità di una corretta pulizia e di un’asciugatura completa prima di riporli. Se, dopo tanti utilizzi, noti che il telo in microfibra è ormai logoro o che quello in cotone presenta zone consumate, potrebbe essere il momento di prenderne uno nuovo. La capacità di asciugare bene e il comfort cutaneo vanno di pari passo con lo stato di usura delle fibre.
Un dettaglio curioso, ma non irrilevante, riguarda la quantità di cloro che può rimanere nelle fibre. Con un classico ciclo di lavatrice è piuttosto difficile eliminare ogni singola traccia. Il cloro potrebbe interagire lentamente con i coloranti del tessuto, provocando uno scolorimento nel tempo. Per ridurre questo fenomeno, qualcuno effettua un veloce risciacquo a mano con acqua e aceto bianco prima di mettere l’asciugamano in lavatrice. L’aceto, in piccola dose, aiuta a neutralizzare residui chimici e a mantenere intatti i colori. Bisogna però dosarlo con parsimonia, perché un eccesso di aceto può lasciare un odore un po’ pungente e, in alcuni casi, rovinare le guarnizioni della lavatrice se usato in modo troppo frequente.
Un altro consiglio è quello di lavare separatamente gli asciugamani sportivi da altri capi, soprattutto se parliamo di abbigliamento molto delicato. C’è sempre il rischio che i residui di cloro possano migrare e rovinare tessuti meno robusti. Inoltre, mischiando tanti capi diversi, è più complicato scegliere la temperatura ideale e il giusto programma di lavaggio. Meglio dedicare un ciclo specifico agli asciugamani, ai costumi e ai teli da piscina, magari impostando un risciacquo aggiuntivo per assicurarsi che non rimangano tracce di detersivo o di sostanze chimiche varie.
Chi ha un asciugamano dai colori vivaci o con grafiche particolari dovrebbe prestare maggiore attenzione ai cicli intensi o alle temperature molto alte. Un programma delicato a 40°C con un detersivo igienizzante spesso basta a garantire pulizia e disinfezione. Per chi invece predilige teli bianchi o in colori chiari, c’è la possibilità di usare un additivo sbiancante a base di ossigeno attivo, in modo da mantenere il candore del tessuto e contrastare eventuali ingiallimenti. Anche in questo caso, l’equilibrio è tutto: troppi agenti sbiancanti usurano le fibre.
L’ultimo passaggio? Mettere da parte l’asciugamano solo quando è completamente asciutto. Dovrebbe essere morbido al tatto, leggero, senza punti umidi. Se la stagione non è favorevole e il tempo è umido, concedigli un po’ di tempo in più sull’apposito stendino o sul calorifero tiepido (ma non rovente). Tenerlo in un armadio quando non è ancora del tutto asciutto equivale a invitarlo a sviluppare un odore di stantio che rovinerà tutto il lavoro di lavaggio. Se proprio lo si deve riporre, che sia in un luogo fresco e arieggiato, magari con un sacchetto profumato (ma privo di sostanze chimiche troppo invadenti) che contribuisca a dare una leggera nota di freschezza.
E così, con una routine di lavaggio ben studiata, il tuo asciugamano da piscina potrà davvero durare a lungo, facendoti evitare quelle fastidiose situazioni in cui, aprendo il borsone, ti ritrovi un telo maleodorante o con chiazze sospette. È bello nuotare sapendo di poter contare, subito dopo l’allenamento, su un asciugamano soffice e pulito che ti accolga. Questa sensazione di cura verso i dettagli ci fa vivere con più serenità la vita in piscina e ci spinge a prestare più attenzione a tutto il necessario per praticare sport in un ambiente salubre. Che tu sia un nuotatore agonista, un amatore appassionato o semplicemente qualcuno che va in piscina per tenersi in forma, ricorda di riservare a questo compagno di vasche le attenzioni che merita.